Mai più senza avvocato digitale – Intervista a TheBlondeLawyer
Non potevo non intervistare Valentina Fiorenza, meglio conosciuta sui social e soprattutto su Instagram come @TheBlondeLawyer. Davvero una rivelazione!
Ci racconti un po’ di cosa ti occupi al di là di quello che ti vediamo fare su Instagram?
Certo! Io sono un avvocato che si occupa di diritto digitale, mi dipingo come un difensore dei lavoratori del web, social media manager, copywriter, grafici, tutti quelli che trovano nel web il loro modo di lavorare, il loro focus preferito, ma che hanno problemi con le normative.
Di dove sei?
Io ho sede a Catania, in Sicilia, ma lavoro con quasi tutta Italia da remoto.
Come hai deciso ad approcciarti ai social?
In realtà, io sono di quella generazione che è nata con la rete e non con il digitale… ai miei tempi si iniziavano a vedere le prime reti nelle case con il 56k e si cominciava a capire cosa fosse questo internet. Mi è sempre piaciuta questa possibilità che il web dà di mettersi in contatto con la gente, scambiarsi opinioni, di poter capire cosa pensa l’altro… insomma la visione virtuosa del web, che da zona di scambio personale è diventato rapidamente anche zona di lavoro e commercio e ho cercato di capire come far per rendere appetibili le mie competenze con la rete. Poi l’idea di TheBlondeLawyer è nata alle sei del mattino su un taxi mentre ero ad Atene e da lì ho creato il mio profilo e su Instagram ci sto da poco meno di un anno. Ho pensato che le persone che stanno sui social, questi professionisti, potessero avere magari interesse e beneficio a saperne di più sulle varie normative contratti, GDPR, privacy e tutto quello con cui devono quotidianamente confrontarsi.
Succede infatti sul tuo profilo instagram che molti tuoi case study e molti esempi di casistiche li riscontri abitualmente con il tuo lavoro, dal GDPR fino all’uso del giveaway. E hai trovato un modo divertente per incuriosire e farti seguire dai tuoi follower, che sono i quiz!
Si, allora in realtà io ho segretamente un animo da signorina Rottermeier e se la gente “studia”, anche se non pretendo che con me si studi, trovo giusto che se si sente una certa nozione sia giusto andare a vedere se la si ha compresa bene, ed è divertente. Devo dire che la mia community ama questi quiz! Abbiamo anche un programma di massima, il lunedì facciamo i case history con quello che io vedo di strano e di storto nel web, poi ci sono i post normali durante la settimana, il venerdì facciamo i quiz e sabato li correggiamo così chi non ha potuto seguire in settimana sa dove andare a reperire quella specifica nozione.
Dalle domande che ricevi, dai quiz o dai tuoi clienti, ritieni che ci sia ancora molta disinformazione per quanto riguarda il web? Personalmente vedo che moltissimi giveaway non sono in regola o addirittura sui siti manca totalmente quella che è la parte di GDPR.
Allora in realtà possono esserci due tipologie di situazioni. La prima è la disinformazione, anche se ormai con l’era di internet non so quanto si possa parlare di disinformazione perché nel palmo della mano ormai abbiamo tutta la conoscenza del mondo e se non sai è perché semplicemente non hai cercato. L’altra questione è, obiettivamente, una cattiva volontà: “Si ho sentito vagamente che c’è questa normativa qua a me sicuramente non tocca, sono troppo piccolo, ecc”. Molti, ad esempio che possiedono un blog, continuano a dire che su di loro il GDPR non si applica. Sciocchezze, perché come dico sempre io “A meno che non lo usi come il diario segreto di Pucci dove ci scrivi le tue storie d’amore, vere o immaginare per tuo uso esclusivo”, sostanzialmente tratti dati dell’utente in qualche modo e devi adattarti alla normativa vigente.
Stessa cosa per i giveaway. Moltissimi sono proprio al limite.
Si, quello è un tema davvero martellante, io ho delle storie in evidenza dove tratto sempre questo tema. In realtà più che dire quello che ho già detto non so fare. In realtà quelli che vengono chiamati “giveaway” sostanzialmente continuano a non comprendere che sono sotto tutti gli effetti dei concorsi e che devono quindi seguire la normativa. Andare a beccare una sanzione amministrativa per delle sciocchezze, perché il giveaway non ha mai un valore così alto, io reputo che non ne valga la pena. Ci sono tantissimi modi per coinvolgere la propria community… a natale io avevo creato il “giveaway brutto”, che consisteva nel raccontare una storia di natale brutta che era successa e poi votare la migliore e il premio l’ho fatto scegliere alla community. Sono andata in uno di quei negozi di cose a basso prezzo e ho preso una cosina che costava 1€. Quindi se si vuole coinvolgere e divertire la community, di modi ce ne sono, basta solo un po’ di interesse e saper pensare fuori dagli schemi. Un altro modo, che si sta sostituendo al giweaway, e ne sono contenta, è il “freebie” cioè una risorsa gratuita che contenga un qualcosa di vantaggioso per i propri follower a tutti coloro che taggano la pagina in questione. E questo è un circolo virtuoso che non si esaurisce con una estrazione. Anche perché, parliamoci chiaro, il follower che ci arriva solo perché allettato dal valore del premio e se ne va, alla fine non ci porta nulla. Credo che ci siano altri stratagemmi per coinvolgere la community.
Assolutamente. Quindi per tutti quelli che hanno bisogno di acculturarsi e di comprendere, TheBlondeLawyer è la risposta. Ti trovano anche da altre parti oltre che su Instagram?
Allora oltre che su Instagram ho anche un canale youtube dove ripropongo soltanto le storie e neanche tutte, non è aggiornatissimo. Fate quindi riferimento a Instagram. Ho poi un sito che è quasi pronto, la verità è che mi sto ancora scrivendo i documenti della privacy e mi scoccio. Questo perché il figlio del calzolaio ha sempre le scarpe bucate; quindi non vado online perché non ho ancora la privacy. Lo faccio così tanto per gli altri che per me non ne ho più voglia.
Proverai tiktok?
Non lo so, ci penso ma se ci arrivo è perché ho trovato la formula giusta per dire qualcosa di interessante. A me non piace essere da qualche parte solo per dire che ci sono, mi piace dare un contributo. Sarà un pensiero egocentrico, ma io penso che ognuno di noi specie in questa epoca complicata debba dare un qualcosa per avanzare nella cultura e nella società.