Percorsi culturali tra letteratura e filosofia – Intervista a Chiara Sinchetto

Blog > Culture > Percorsi culturali tra letteratura e filosofia – Intervista a Chiara Sinchetto

Sono davvero sicura che moltissimi di noi hanno desiderato, almeno una volta, di leggere per mestiere e di modellare la propria vita sui libri che hanno tanto amato… se siete come me, e più volte l’avete pensato, non potete perdere questa intervista a Chiara Sinchetto!

Prima di spiegarvi cosa fa Chiara, però, partiamo un attimo da quando ci siamo conosciute 2 anni fa quando ti occupavi di consapevolezza finanziaria. Qual è il tuo background di studio?
Sembra veramente passata una vita ma in realtà non è passato nemmeno così tanto tempo… Io sono laureata in filosofia; recidiva, perché di fatto sono laureata a Torino, poi ho fatto un Erasmus a Ginevra dove ho preso una seconda laurea e dopo di ciò mi sono affacciata all’ambito finanziario appena terminata l’università, quindi rispetto ai miei studi sono andata in un altro ambito. Ho dovuto studiare per passare l’esame da consulente e poi, dopo i primi anni di lavoro un po’ più tecnico, ho iniziato già a tornare un po’ più verso il mio, quindi già in quest’ambito di ‘consapevolezza’ mi concentravo molto sull’educazione finanziaria per chi era alle prime armi, finanza comportamentale e finanza personale. Queste due ultime materie in particolare mi davano molto modo di metterci del mio e trattare la finanza da un punto di vista umanistico.
Normalmente erano giovani donne e giovani coppie e li aiutavo a creare dei budget e a fare dei calcoli che avessero un senso anche per la loro vita insieme, coniugandoli con i loro caratteri e le abitudini, ed erano proprio questi i caratteri psicologici che mi piacevano perché facevano parte della mia sfera filosofica e dei miei titoli di studi.
Io mi ero laureata a Torino con una tesi sull ”emozione dello spettatore cinematografico” e la mia relatrice Carola Barbero è stata un punto di riferimento per me (e lo è anche oggi) perché mi ha dato modo di studiare tutta la parte dei personaggi fittizi e il perché proviamo emozioni anche per delle entità che non esistono.

Quindi sei poi uscita da questo percorso della consapevolezza finanziaria con un progetto tutto nuovo, ovvero crei percorsi culturali tra letteratura e filosofia. Di cosa si tratta?
Con i miei percorsi quello che voglio fare è aiutare le persone a sgranchire il cervello, proprio perché dico anche in maniera un po’ provocatoria, che “ricade tutto in un orizzonte di cose superflue ma vitali”; ‘superflue’ perché quello che facciamo nei percorsi insieme in cui c’è una componente più culturale e letteraria che viene più dalla filosofia, è proprio cercare di ritrovare uno sguardo e un modo di vedere più da bambino verso le cose, ritrovando la motivazione di quello che facciamo, anche per noi professionisti. E questa componente nei romanzi c’è molto e ci danno tanto.
Quindi, facendo un passo indietro, gli strumenti che uso sono i romanzi declinati su percorsi diversi che hanno un punto in comune: da una parte quella culturale dove vai a conoscere nuovi scrittori e generi letterari e a creare una vera promozione della lettura, dall’altra trovare nelle storie e nei personaggi quella forza e quegli spunti per tirare fuori quello di cui si ha bisogno. Questo serve per vedere le cose in maniera nuova ma non in senso astratto, ma vedere proprio le cose con uno sguardo più fresco e rinnovato. Il grande merito dei romanzi è portarci a interiorizzare le cose attraverso gli occhi e le esperienze dei personaggi che leggiamo.

Bellissimo, specie questa cosa dell’estraniarci un po’ dal collettivo per isolarsi e accrescere sia la nostra passione per la lettura ma anche per ricaricarci e scoprire un nuovo modo di esprimerci.
Tra i corsi che hai seguito, per poter appunto affrontare questi percorsi, c’è ‘terapia umanistica’ piuttosto che altri. Hai fatto anche un apprendistato per imparare a leggere professionalmente; cosa hai fatto in apprendistato?
Allora questo apprendistato era proprio di editing, si chiama Apnea, ed è tenuto da Francesca De Lena, che è agente letteraria ed editor a sua volta, e tante altre cose (è una professionista veramente splendida); di fatto si impara a leggere in maniera professionale smontando le storie e tutte i suoi componenti, dai personaggi ai dialoghi, i conflitti, la struttura del testo. Questo ci permette di capire che cosa funziona e cosa no.
E’ partito come un apprendistato, c’era teoria e pratica, ma poi ho scoperto un nuovo amore nell’editing. Tra l‘altro quella dell’ ‘editor’ è una figura che non è ancora molto chiara, praticamente qualsiasi scrittore ha un editor che gli viene affiancato, da una casa editrice piuttosto che un freelance, proprio per rivedere il testo insieme e aggiustarlo.
Per dirti, Stephen King, parla sempre dei suoi editor, nonostante scriva da non so quanti anni fa sempre affidamento a questa figura professionale. Quindi ai miei percorsi sto affiancando proprio questa attività di editor, e devo dire che le due cose in realtà si affiancano, impari a trovare delle cose nel testo che prima non trovavi, e sono tutti sguardi diversi sulla stessa cosa. Poi su questo è sempre molto importante sapere come si è fatti, e una cosa che io ho sempre avuto è proprio la facilità di creare dei collegamenti;  quando leggo qualcosa, un romanzo o altro, è come se mi si aprissero continuamente delle finestrelle su tanti diversi argomenti e questo rientra proprio nei percorsi della libro-terapia umanistica dove si identifica la libro-terapia come uno sviluppo personale.

Occorre essere dei lettori folli come noi, o chiunque può approcciarsi a questo tuo percorso?
Non è necessario esserlo. Si può essere lettori appassionati ma anche no. Ci deve essere voglia di ricominciare o cominciare, questo si. Sicuramente molti, in particolare noi liberi professionisti che stiamo già diverse ore sui testi tecnici per aggiornarci o proprio per lavoro, tendono un pochino a tralasciare la lettura di romanzi piuttosto che altri generi, etichettandoli erroneamente come letture leggere o superflue. Invece sono sempre e comunque due scuole diverse che danno entrambe qualcosa. Ovviamente io quando inizio un percorso con qualcuno cerco sempre di capire chi ho di fronte, se è già un cultore della letteratura oppure se vuole riprendere a leggere di nuovo, in questo caso ovviamente la promozione della lettura prende più tempo rispetto ad altre tematiche che con un lettore già affermato con il quale non c’è bisogno di farlo.
Oltre a questo cerco di capire il ritmo di lettura ma soprattutto i gusti, perché se stiamo lavorando su una tematica specifica è corretto seguire quelli che sono i propri gusti e facilitare così la lettura; però cerco sempre anche di far leggere dei testi che prima non si sarebbero mai andati a leggere, questo appunto per far mettere sempre quel famoso piedino fuori per far sgranchire il cervello.

E se a una persona proprio un genere non piace?
Eh allora ci sono due risposte possibili: alla prima è che si scarta quel determinato genere perché magri ci hai già provato diverse volte e proprio non ti piace; la seconda, e capita molto spesso, è che in realtà c’è solo della diffidenza verso un determinato genere e io dò una piccola mano a fare quel passettino che magari da solo non ci si sentiva di farlo.
Mi è capitato tra l’altro recentemente, una persona che era molto legata al fantasy ed era curiosa si approcciarsi all’horror. Il suo dubbio però era quello di non essere pronta a questo passo ma allo stesso tempo vedeva da tante persone intorno a lei che questo genere era invece molto gradito e temeva quindi di perdersi un qualcosa di importante. Allora cosa ho fatto? Ho cercato un fantasy che fosse il più vicino ad un horror senza essere un vero e proprio horror spinto, e da lì ha iniziato da sola e con i suoi tempi a passare dal fantasy all’horror, portandosi dietro tutto quello che è un nuovo bagaglio di emozioni e pensieri nuovi.
Un esempio che porto sempre sono i libri di Stephen King, molto spesso storcono il naso “ma quello è proprio horror!!”; in realtà se inizia con i libri giusti capisci che può invece piacere molto.

E’ esattamente quello che ho fatto io, nel senso che me ne sono innamorata circa 6-7 anni fa e da allora ho letto tutto. Io non amavo l’‘horror, mi dava anche un po’ fastidio, non guardavo neanche i film dell’orrore. E con King non mi sono approccia con “It”, piuttosto che altre cose, ma ho iniziato da “Joyland” e “Il miglio verde”. A quel punto poi, capito che tipo di scrittore era e cosa riusciva a trasmettermi, sono passata a “Shining” e da lì l’ho amato tantissimo.
Si è bravissimo, di lui amo tantissimo come riesce a parlare delle dinamiche umane, riesce anche nei cattivi a farti davvero vedere cosa hanno dentro, per non parlare poi delle dinamiche di gruppo sia in senso positivo che negativo. Pensa solo a ragazzini di “It”, i Perdenti che si alleano per sconfiggere un nemico più grande e si appoggiano l’uno all’atro. E’ una storia di forza e di crescita bellissima.

Quindi diciamo per noi liberi professionisti questo può essere un percorso anche per migliorare quello che è il nostro personal branding e a trovare quella che è la nostra vera voce di professionista?
Si assolutamente. Non è di sicuro un “percorso tecnico”, ma serve soprattutto per le persone più introverse e magari un po’ insicure, per tirare fuori la propria voce e per dare la sicurezza di poter fare grandi cose. Proprio per questo a volte raccomando anche a dei romanzi ‘young-adult’ in cui ci sono dei protagonisti con percorsi di formazioni da adolescenti, perché serve anche a chi è in attività da un po’ e vuole ritrovare un po’ di coraggio; questo perché chi è libero professionista sa’ contro cosa si va a mettere ogni giorno, e ognuno vuole cambiare un po’ il mondo nel proprio piccolo; poi succede che nel tempo un po’ ci facciamo schiacciare da tutte le difficoltà e burocrazie che ci rallentano, e allora è lì che torna utile il romanzo. Ci si stacca dalla propria realtà per vederla con gli occhi nuovi e freschi dei personaggi, ritrovando così la propria virtù e forza. E’ a tutti gli effetti un laboratorio emotivo! Ci aiuta moltissimo. Molti addirittura in questo ultimo periodo hanno sperimentato la paura e si sono spostati sul genere fantasy/horror per allenarsi quasi inconsciamente ad affrontarla.

Trovi i primi minuti di questa intervista (in versione video) anche sul mio canale IGTV
Oppure integrale sul mio canale YouTube nuovo nuovo dove trovi altre interviste!!

giulia toselli
The author: giulia toselli
Similar Posts
Read all comments

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *