Vivere come Social Media Manager

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per Aurora Magazine n.1

Era il 1968 quando Andy Warhol, padre della pop art e icona dell’arte del XX secolo, profetizzava sul catalogo di una sua mostra a Stoccolma, che “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”. E ancora non conosceva i social network.
Ma come evitare che la nostra ‘fama’ si riduca al tempo necessario perché una ragazza o un ragazzo più giovane di noi ci superi nella capacità di comunicare al meglio quelle che sono anche le nostre competenze? Come evitare di sentirci facilmente ‘sorpassati’ solo perché qualcuno è più bravo di noi a fare qualcosa che noi facciamo da più tempo?

La chiave di tutto sta in due semplici concetti: Formazione e Reputazione, entrambi basilari e complementari alla Aurora Success Theory, di cui vi abbiamo parlato ripetutamente in queste pagine; teoria che tende a definire al meglio “come si crea quella differenza che fa la differenza nelle persone di successo” (Simone Lisi) secondo i concetti di Autonomia, Competenza e Riscontro.

Il concetto di Riscontro raggiunge nei social il suo apogeo, dando a tutti coloro che lo desiderano e hanno la volontà di dedicare tempo e soldi alla propria causa (perchè ricordiamoci che i social non sono affatto gratuiti per chi decide di farne un trampolino di lancio), gli strumenti per raggiungere in fretta una buonissima fetta del proprio target di riferimento; o meglio ancora, di coloro che il soggetto ritiene essere la fonte più autorevole di giudizio: i followers.

Con gli #hashtag corretti, con la giusta dose di comunicazione efficace e con l’utilizzo, disonesto e sleale, di bot per l’aumento del numero dei follower, tutti quanti possiamo raggiungere più di 20.000 utenti che ci seguono in pochissimo tempo. Se riusciamo ad ottenere che Instagram non ci blocchi il profilo dato che l’utilizzo di bot è assolutamente vietato, nonché stupido perché la percentuale di reazioni vere è facilmente calcolabile, il gioco è fatto! Da qui (ma anche da un numero molto meno alto di followers) è semplice essere contattati da quelle agenzie che desiderano assegnare uno sponsor ai propri clienti (le Aziende)… Aziende che spesso non sono a conoscenza del fatto che i suddetti follower sono stati acquistati, non sono realmente attivi sulla pagina del nostro ‘influencer’ (questo il termine tecnico per chi pubblicizza prodotti sul web e ne ‘influenza’ le vendite) e che non solo avranno speso soldi e tempo per inviare i loro prodotti, ma si ritroveranno in breve tempo a dover cambiare la strategia di comunicazione, ricominciando tutto da capo.

Ed è qui, quando decidiamo che vogliamo differenziarci dalla massa di food/travel/fashion/makeup blogger, che subentrano le nostre alleate: Formazione e Reputazione.
Solo loro possono salvarci da una veloce e inesorabile discesa verso il 16° minuto, quello nel quale abbiamo fatto il nostro tempo e i nostri follower sono già passati ad altro.

Quando parliamo di Formazione non intendo, ovviamente, che possiamo diventare persone di successo solamente se abbiamo conseguito almeno una laurea di secondo livello o un master… sappiamo benissimo che ciò non è strettamente correlato con l’Intelligenza di un individuo e che molti fattori posso concorrere ad una mancata formazione scolastica. Intendo lo studio, la lettura, l’analisi e il continuo ‘informarsi’ su tutto ciò che riguarda la materia per il quale ci sentiamo ‘esperti’. Le immagini che pubblichiamo sui nostri social posso essere bellissime, possono far sognare ai nostri follower luoghi magnifici o piatti buonissimi, ma, a lungo andare, se non sono accompagnati da quello che possiamo chiamare VALORE, non ci porteranno a differenziarci come invece desidereremmo. Dare VALORE significa far si che i nostri utenti, dopo aver visto un nostro post, si sentano arricchiti da una qualche informazione della quale non erano a conoscenza o, ancora meglio, da un’opinione simile o diversa dalla loro, che accresca il loro bagaglio emotivo e culturale.

La conseguenza di questo è la Reputazione. Se la nostra formazione è attuale, è concreta, e le nostre idee sono espresse con pacatezza e correttezza di forma (grammaticale) e contenuti, allora non li perderemo più, e proprio loro saranno per noi la migliore forma di pubblicità: quella gratuita e dalla quale si può solo che guadagnare.

Analizzando molti profili, specialmente le Stories di Instagram, vediamo come molte persone diventino ‘punti di riferimento’ per altre semplicemente facendole partecipare ai propri acquisti online attraverso i sondaggi (“Lo compro oppure no”, “Lo restituisco oppure no”) o mettendo a disposizione dei follower ciò che hanno comprato (il fenomeno del #svuotalaspesa) dando le proprie impressioni su un prodotto piuttosto che su di un altro.

Non posso sinceramente dire che queste attività, a livello di puro marketing, possano essere utili alle persone che lo fanno e penso che siano fine a se stesse e una moda che non fidelizza davvero l’utente, ma faccio una semplice considerazione: a quante magnifiche persone, magari timide, i social ha dato una voce? Magari che hanno iniziato con cose semplici come quelle sopra citate. Pensate quanto valore potremmo ricevere da esse se avessero il coraggio di regalare davvero qualcosa di se e delle proprie passioni a chi le segue, nel modo corretto. Impariamo a non guardare sempre i social come il male… possono essere anche un semplice inizio per spronarci a dare il nostro valore, sempre in modo pacato e rispettoso.

giulia toselli
The author: giulia toselli
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